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QUANDO LA VIOLENZA VIENE RIVOLTA CONTRO NOI STESSI – IL SUICIDIO NEI GIOVANI ADULTI

WHEN VIOLENCE IS TURNED AGAINST OURSELVES – SUICIDE IN YOUNG ADULTS

Abstract

Secondo i dati riportati nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle civiltà occidentali il suicidio rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anni. Il problema del suicidio ha a che fare con il processo di costruzione del senso di sé sia in rapporto all’autonomia delle proprie scelte sia in rapporto alle prime delusioni sentimentali e identitarie. In questo articolo, partendo da un caso di cronaca realmente accaduto, si vogliono elencare alcuni fattori predittivi di suicidio.

Abstract

According to data reported in 2004 by the World Health Organization, in Western civilizations suicide is the second causa of death among young people between 15 and 29 years of age. The problem of suicide has to do with the process of building a sense of self both in relation to the autonomy of one’s choices and in relation to the first sentimental and identity disappointments.  in this article, starting from a news case that really happened, we want to list some predictors of suicide.

L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia una no-profit fondata nel 2001, un’equipe multidisciplinare di professionisti volontari che si occupa della violenza in genere, in modo circolare e che si avvale di collaborazioni istituzionali. Nel 2011,con la collaborazione particolare della dott.ssa Tiziana Calzone, della dott.ssa Carmen Pellino e del dott. Massimo Lattanzi, è stato strutturato il protocollo scientifico integrato A.I.P.C. Scientific Violence Screening che prevede un assessment specifico della valutazione del rischio.

Mission dell’equipe A.I.P.C.

La mission dell’equipe multidisciplinare di professionisti volontari dell’A.I.P.C. è essenzialmente la prevenzione piuttosto che del contrasto alla violenza. Il target elettivo è l’adolescente, il giovane adulto e l’adulto senza distinzione di genere vittima o autore di violenza e le coppie che decidono di intraprendere un percorso verso la genitorialità al fine di interrompere la trasmissione intergenerazionale delle relazioni interpersonali disfunzionali e violente.

  1. ampliare la popolazione sottoposta alla profilassi dell’A.I.P.C. Scientific Violence Screening in particolarele coppie che decidono di intraprendere un percorso verso la genitorialità;
  2. permettere anche alle persone indigenti di accedere alla sospensione condizionale della pena e partecipare al percorso di recupero come previsto dall’articolo 6 della legge del 19 luglio 2019 n. 69;
  3. premettere ai ristretti in carcere la possibilità di affiancare ai percorsi previsti dalle istituzioni l’applicazione del protocollo integrato A.S.V.S. e la partecipazione al training specifico;
  4. permettere ai giovani adulti essenzialmente autori di reati violenti contro la persona ed affidati in prova l’applicazione del protocollo integrato A.S.V.S. e la partecipazione al training specifico;
  5. permettere anche alle persone di genere maschile vittime di violenza e la partecipazione al training specifico.

Prossima diretta FCV il 20 luglio alle ore 18:00 sarà dedicata a: I delitti familiari: La strage di Rivarolo

È possibile seguire la diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia e sul Profilo Facebook di Massimo Lattanzi.

Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza i tentativi di suicidio da parte dei teenager in due anni (dal 2015 al 2017) sono quasi raddoppiati: si è passati dal 3,3% al 5,9%, ovvero 6 su 100 di età tra i 14 e i 19 anni hanno provato a togliersi la vita. Un dramma che riguarda soprattutto le ragazze (71%).

Il comportamento suicidario comprende gesti suicidi, tentativi di suicidio e suicidio portato a termine. L’ideazione suicida è l’insieme dei pensieri e delle pianificazioni per il suicidio. i tentativi di suicidio sono, invece, azioni autolesioniste che possono portare alla morte (ex. impiccarsi)

Il caso preso in esame è quello di una ragazza di 16 anni che tramite un sondaggio su Instagram chiede “aiutami a scegliere, D (Death) o L (Life)”. All’esito del sondaggio il 69% dei followers avrebbero votato “D” e a quel punto la giovane si è tolta la vita gettandosi dal tetto del suo palazzo. Bisogna evidenziare come il sondaggio pubblicato dalla ragazza non sia la causa del suo suicidio, quanto piuttosto un’esternazione del suo malessere, della sua “morte psicologica”. È importante evidenziare come siano presenti in internet di alcuni blog in cui i ragazzi condividono le loro esperienze legate alla morte, come ad esempio tentativi di suicidio o autolesionismo. Queste chat da un lato possono far sì che i giovani trovino un luogo in cui sfogarsi, in cui raccontare tutto senza limiti e confini, in cui esprimere il proprio disagio e quindi provare giovamento e salvezza; dall’altro lato tali chat possono diventare esse stesse motivazione di suicidio in quanto in questo chat si vanno a rafforzare e esaltare comportamenti autolesionistici e il conseguente suicidio. il rischio è che gli strumenti tecnologici possono ampliare maggiormente i casi di suicidio visto anche i nuovi fenomeni di cyberbullismo.

Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C.  https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w

Fattori di rischio

Il soggetto non riuscendo a soddisfare i propri bisogni prova un forte senso di frustrazione e ciò genera uno stato “perturbato” in cui la persona non ha più interesse per la vita e anche le relazioni interpersonali, gli affetti e il lavoro perdono di significato (Pompili, 2009).

Tra i fattori di rischio suicidario, sono stati maggiormente riscontrati: fattori genetici, basso livello socioeconomico, problemi familiari, abusi e violenze sessuali, depressione, bullismo, delusioni amorose e abuso di sostanze.  Altri aspetti da prendere in considerazione sono: la tendenza all’impulsività, i sentimenti di disperazione e auto-svalutazione, la difficoltà nella gestione delle emozioni, una scarsa capacità di problem-solving, difficoltà nei processi decisionali, elevati livelli di rabbia o la tendenza al perfezionismo.

Un ulteriore e importante aspetto da prendere in considerazione è la solitudine, cioè lo stare soli senza però la percezione di isolamento; connessa ad essa vi è il concetto di loneliness cioè la percezione della solitudine, la differenza tra ciò che ci si aspetta nelle relazioni e ciò che invece si vive. Spesso la loneliness porta a sviluppare stati depressivi. Il soggetto si sente “senza speranza” non crede di poter essere aiutato dagli altri e non crede più in sé stesso. È possibile ipotizzare, quindi, il passaggio da una condizione di loneliness a uno stato depressivo. Questo senso di isolamento, questo essere solo, questo non star bene o sentirsi emarginato nella società e nelle relazioni sociali comporta una condizione di noia e apatia che portano il soggetto ad uno stato di vuoto e di depressione.

Webinar: il controllo genitoriale e il controllo relazionale.

Il webinar gratuito del 14 luglio e si terrà sulla piattaforma gratuita Go To Meeting dalle ore dalle ore 19:00 alle ore 20:00 sulla piattaforma gratuita Go To Meeting. Sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Clicca sul link ed iscriviti  https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2021/06/18/14-luglio-webinar-violenza-il-controllo-genitoriale-e-il-controllo-relazionale-2/

Un altro segnale da non sottovalutare riguarda le condotte autolesive che si presentano soprattutto nel periodo adolescenziale come ad esempio il tagliarsi, bruciarsi o comunque procurarsi delle ferite al corpo e quindi dolore in altri modi. Questi soggetti sono considerati a rischio suicidario in quanto si desensibilizzano dal dolore fisico e ricercano continuamente nuovi meccanismi per provocarsi dolore fino a raggiungere in alcuni casi l’atto estremo del suicidio.

Segnali di allarme

I segnali di allarme che possono destare sospetti, specialmente se si presentano associati sono: Cambiamenti nelle abitudini alimentari e disturbi del sonno; Perdita di interesse nelle attività abituali; tentativi di fuga; Pensieri sulla morte e il morire; Aumento dei disturbi fisici associati frequentemente a disagio emotivo, come mal di stomaco, mal di testa e stanchezza; Sentimenti di tristezza e di noia;

NON VI LASCIAMO SOLI CON LA VIOLENZA ANCHE IN ESTATE!

Puoi richiedere una consulenza o un orientamento gratuito:

Inviando una mail all’indirizzo e-mail info@traumaeviolenza.it;

Contattando il numero 3924401930 dalle 12:00 alle 16:00;

Inviando un messaggio WhatsApp al numero 3920666515;

Scrivendo sulle chat attive nei siti www.traumaeviolenza.it e www.formazionecontinuaviolenza.it.

Fattori protettivi

Solo attraverso un approccio di tipo multidimensionale si può pensare a migliorare la qualità di vita dei giovani adulti; ad esempio, facendo entra in gioco la rete sociale, la scuola, le istituzioni e in primis la famiglia.

Alcuni studi hanno evidenziato come la resilienza sia considerata un fattore molto importante per prevenire il rischio di suicidio perché permette di affrontare e tollerare eventi negativi mantenendo una buona capacità di adattamento ed equilibrio; una bassa capacità di resilienza aumenta il rischio di suicidio.

Oltre alla resilienza è importante sviluppare una buona capacità di comunicazione ed esternazione del proprio vissuto interno sia in famiglia che nel gruppo dei pari. In ultimo è necessario rafforza l’autostima e il senso di sé.

Bibliografia

Pompili, M. (2009). Il suicidio e la sua comprensione. In Tatarelli, R., Pompili M. (2009). La prevenzione del suicidio in adolescenza. Alpes Italia, Roma.

Shneidman, E. (2006). Autopsia di una mente suicida. Giovanni Fioriti Editore, Roma

Sitografia

https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/problemi-di-salute-dei-bambini/disturbi-psichiatrici-nei-bambini-e-negli-adolescenti/comportamento-suicidario-nei-bambini-e-negli-adolesce

https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3282

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