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Pillole dedicate alla Psicologia e alle Neuroscienze a cura dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia.

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I video sono stati realizzati dai dottori e dottoresse in Psicologia che stanno svolgendo il tirocinio presso l’A.I.P.C. La pillola di oggi è dedicata alla Rubrica Delitti Familiari della settimana dal 19 al 25 dicembre 2024. Info 3924401930.

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Podcast AIPC Rubrica Delitti Familiari settimana dal 19 al 25 dicembre 2024.  È possibile ascoltare gratuitamente il podcast cliccando sul link:

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L’ombra delle festività natalizie: un’analisi psicologica

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Il romanzo di Fergus Hume, “L’assassino colpisce a Natale”, ci immerge in una trama intricata dove l’atmosfera natalizia fa da contrappunto a un oscuro mistero. L’analisi psicologica dei personaggi, in particolare del protagonista, ci offre l’opportunità di esplorare le profondità dell’animo umano e le dinamiche interpersonali che possono sfociare in atti violenti.

La personalità del protagonista: un enigma
Il protagonista di Hume, pur presentando tratti affascinanti, cela un’ombra inquietante. La sua apparente gentilezza e intelligenza nascondono una complessità psicologica che lo rende un personaggio ambiguo. Potremmo ipotizzare, alla luce delle teorie di Freud, che il protagonista stia lottando con un conflitto inconscio tra l’Io e il Super-Io, una lotta interna che potrebbe manifestarsi in comportamenti impulsivi e distruttivi.

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L’influenza dell’ambiente
L’ambiente in cui si svolge la storia, una casa di campagna isolata e avvolta da un’atmosfera cupa, contribuisce a intensificare la tensione psicologica. Secondo la psicologia ambientale, gli spazi chiusi e isolati possono favorire l’emergere di emozioni negative e comportamenti antisociali. L’isolamento del protagonista, unito alla pressione sociale e alle aspettative degli altri, potrebbe aver innescato un processo di disagio psicologico che ha sfociato nell’atto criminale.

Il ruolo delle relazioni interpersonali
Le relazioni interpersonali giocano un ruolo fondamentale nella trama. I conflitti, le gelosie e le tensioni tra i personaggi creano un clima di sospetto e diffidenza che alimenta la violenza. Gli studi di Bowlby sull’attaccamento suggeriscono che le esperienze relazionali precoci possono influenzare profondamente la capacità di formare legami sani in età adulta. È possibile che il protagonista, a causa di carenze affettive nella sua infanzia, abbia sviluppato un modello di attaccamento insicuro che lo rende incapace di gestire le emozioni negative e di instaurare relazioni soddisfacenti.

Considerazioni conclusive
“L’assassino colpisce a Natale” ci invita a riflettere sulla complessità della natura umana e sui fattori che possono condurre un individuo a compiere gesti estremi. L’analisi psicologica dei personaggi, seppur condotta a livello ipotetico, ci permette di comprendere meglio le dinamiche sottese alla trama e di apprezzare la profondità psicologica del romanzo.

Riferimenti bibliografici:
* Freud, S. (1923). L’Io e l’Es.
* Bowlby, J. (1969). L’attaccamento e la perdita: Volume 1. L’attaccamento.
* Gifford, R. (1987). Environmental psychology: Principles and practice.


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Non è importante l’amore, è importante il matrimonio: un’analisi integrata

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L’affermazione “Non è importante l’amore, è importante il matrimonio” rappresenta una visione piuttosto ristretta e tradizionale delle relazioni umane. Essa tende a svalutare l’importanza dell’affetto, del legame emotivo e della compatibilità di coppia, ponendo l’accento quasi esclusivamente sull’istituzione matrimoniale.

Un’analisi più approfondita rivela alcune criticità intrinseche in questa affermazione:
Riduzionismo dell’amore al matrimonio: L’amore è un sentimento complesso e multiforme che può manifestarsi in diverse forme di relazione, non necessariamente all’interno di un matrimonio. Ridurre l’amore al solo contesto matrimoniale è una semplificazione eccessiva che non rende giustizia alla ricchezza delle esperienze umane.
Svalutazione delle relazioni non matrimoniali: Questa affermazione tende a sminuire l’importanza delle relazioni non formalizzate, come le convivenze o le unioni civili, che possono essere altrettanto significative e durature.
Focalizzazione sull’istituzione piuttosto che sugli individui: L’enfasi sul matrimonio come istituzione può portare a trascurare le esigenze e i desideri individuali dei partner coinvolti. Un matrimonio felice non è garantito solo dalla presenza di un certificato, ma richiede impegno, comunicazione e rispetto reciproco.
Visione tradizionale e poco inclusiva: Questa affermazione riflette una visione tradizionale della famiglia e delle relazioni, che può risultare poco inclusiva nei confronti delle diverse forme di famiglia e delle persone che non si identificano con i modelli di coppia tradizionali.

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La Storia di Anna e Marco
Anna e Marco si erano conosciuti all’università, legati da un’intensa passione per la musica e da una complicità che li faceva sentire inseparabili. La loro relazione era un turbinio di emozioni, risate e progetti per il futuro. Ma quando i loro amici iniziarono a sposarsi, anche loro si sentirono spinti a fare “il grande passo”.
I genitori di Marco, in particolare, esercitavano una forte pressione affinché si sposassero, sottolineando l’importanza della tradizione e della stabilità economica che un matrimonio poteva garantire. Anna, inizialmente riluttante, cedette alle insistenze del compagno e dei suoi familiari.
Il matrimonio fu celebrato con una grande festa, ma ben presto la coppia si rese conto che la vita coniugale era ben diversa dalle loro aspettative. L’amore appassionato dei primi tempi si era trasformato in una routine, e le divergenze di carattere, prima minimizzate, divennero sempre più evidenti. L’ossessione per il successo professionale di Marco e la difficoltà di Anna di trovare un equilibrio tra vita privata e lavoro li allontanarono sempre più.
Un giorno, durante una discussione particolarmente accesa, Marco pronunciò la frase che avrebbe segnato una svolta nella loro relazione: “Non è importante l’amore, è importante il matrimonio”. Anna rimase sconvolta da quelle parole, che rivelavano una visione del loro legame basata più sull’obbligo che sull’affetto.
In quel momento, Anna capì che non poteva più continuare a vivere una vita che la rendeva infelice. Decise di chiedere il divorzio, una scelta che suscitò molte critiche da parte della famiglia di Marco, ma che le permise di ritrovare se stessa e di ricominciare a vivere.

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Riflessioni sulla storia
La storia di Anna e Marco mette in luce come l’istituzione matrimoniale, se non è sostenuta da un amore profondo e sincero, possa diventare una prigione piuttosto che una fonte di felicità. L’enfasi eccessiva sull’aspetto formale del matrimonio, a discapito dell’importanza dei sentimenti e dei bisogni individuali, può portare alla dissoluzione del legame affettivo.
Punti chiave da considerare:
L’amore è la base di una relazione duratura: L’amore, inteso come sentimento profondo e sincero, è il fondamento su cui costruire una relazione solida e duratura.
Il matrimonio è una scelta: Il matrimonio è una scelta personale e dovrebbe essere presa in modo consapevole e responsabile, tenendo conto delle esigenze e dei desideri di entrambi i partner.
La felicità individuale è importante: Ognuno di noi ha il diritto di perseguire la propria felicità e di vivere una vita autentica.
La comunicazione è fondamentale: Una buona comunicazione è essenziale per risolvere i conflitti e mantenere vivo il legame affettivo.

Conclusione
L’affermazione “Non è importante l’amore, è importante il matrimonio” è un’over semplificazione della complessità delle relazioni umane. L’amore e il matrimonio sono due aspetti distinti, ma interconnessi, di una relazione. Un matrimonio felice si basa su un amore profondo e sincero, sulla comprensione reciproca e sulla capacità di adattarsi ai cambiamenti della vita.


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Sondaggio Vittime dei Delitti Familiari: La percezione degli italiani nel 2024

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Introduzione
I delitti all’interno del nucleo familiare rappresentano una delle più crude realtà della nostra società. Questi eventi sconvolgenti mettono in discussione i nostri preconcetti sulla famiglia e sull’amore, sollevando interrogativi complessi sulle dinamiche psicologiche che possono portare a gesti così estremi.

Le Radici Psicologiche
Cosa spinge un individuo a compiere atti di violenza così atroci nei confronti dei propri cari? La psicologia criminale, in collaborazione con piattaforme come Formazione Continua sulla Violenza (FCV), ha individuato diversi fattori scatenanti:
Disturbi di personalità: Soggetti con disturbi antisociali, narcisistici o borderline presentano difficoltà nel regolare le proprie emozioni e possono ricorrere alla violenza come modalità di risoluzione dei conflitti.
Traumi infantili: Esperienze traumatiche durante l’infanzia, come abusi fisici o psicologici, possono lasciare profonde cicatrici emotive e predisporre l’individuo a comportamenti violenti.
Dinamiche familiari disfunzionali: Un ambiente familiare caratterizzato da conflitti cronici, indifferenza o abuso può creare un circolo vizioso di violenza che si trasmette di generazione in generazione.
Uso di sostanze: L’abuso di alcol e droghe può amplificare impulsi aggressivi e compromettere il giudizio.

Un Caso Esemplificativo. Il Silenzio di Villa Azzurra
Villa Azzurra, un’antica dimora immersa nel verde, celava un segreto oscuro. All’apparenza, la famiglia Rossi era l’esempio di un nucleo familiare felice e benestante. Il padre, un professionista di successo, la madre, una professionista stimata, e i due figli, adolescenti modello. Ma dietro le facciate impeccabili si nascondeva un abisso di violenza e rancore.
Il padre, Marco Rossi, soffriva di un disturbo narcisistico della personalità. In pubblico era affascinante e carismatico, ma in privato era un tiranno che esercitava un controllo ferreo sulla sua famiglia. Ogni minimo sbaglio dei figli veniva punito con severità, e la moglie, Anna, era costretta a subire umiliazioni continue.
Anna, a sua volta, portava il peso di un segreto inconfessabile: un abuso subito durante l’infanzia. Questo trauma aveva lasciato profonde ferite nella sua psiche, rendendola incapace di reagire alla violenza del marito. I figli, cresciuti in un ambiente tossico, sviluppavano comportamenti sempre più problematici.
Il punto di rottura arrivò una sera, quando Marco, ubriaco, aggredì violentemente il figlio maggiore, accusandolo di avergli disobbedito. Anna, per la prima volta, reagì. Afferrò un coltello da cucina e lo colpì ripetutamente.

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Le Implicazioni Sociali e i Percorsi di Formazione
I delitti familiari hanno un profondo impatto sulla società nel suo complesso. Oltre al dolore delle vittime e dei loro familiari, questi eventi mettono in discussione i nostri preconcetti sulla famiglia e sull’amore. La prevenzione e l’intervento precoce sono fondamentali per contrastare questo fenomeno.
Piattaforme come FCV offrono un contributo essenziale in questo senso, fornendo agli operatori del settore (psicologi, assistenti sociali, forze dell’ordine) strumenti e conoscenze aggiornate per:
Identificare i segnali di allarme: Imparare a riconoscere i primi segnali di violenza e a intervenire tempestivamente.
Valutare il rischio: Sviluppare strumenti per valutare il rischio di escalation della violenza e adottare misure di protezione adeguate.
Intervenire sui diversi livelli: Offrire percorsi di formazione multidisciplinari che affrontino le diverse dimensioni della violenza familiare (psicologica, fisica, economica).


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Il Desiderio, il Diavolo e la Divinità: Un’Analisi Psicologica del film “Dear Santa”

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Il film “Dear Santa” offre uno spunto intrigante per riflettere sui meccanismi psicologici che sottostanno ai desideri umani, in particolare quelli infantili. L’errore ortografico che trasforma una lettera a Babbo Natale in un’invocazione a Satana innesca una dinamica narrativa che ci permette di esplorare il conflitto tra bene e male, tra desideri innocenti e tentazioni pericolose.

Il Desiderio Infantile: Un Potente Motore
Il desiderio, soprattutto nell’infanzia, è un motore potente che guida le azioni e le emozioni. I bambini, con la loro immaginazione fervida, sono in grado di creare mondi fantastici e di attribuire poteri quasi magici ai loro desideri. Nel film, il protagonista, scrivendo la sua letterina, esprime una serie di bisogni e aspettative che riflettono il suo mondo interiore.

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Il Diavolo come Metafora
La figura di Satana, interpretata da Jack Black, rappresenta una metafora del male, della tentazione e delle forze distruttive che possono minacciare l’innocenza e la purezza dell’animo. La sua presenza introduce un elemento di conflitto e di sfida, costringendo il protagonista a confrontarsi con le conseguenze delle sue azioni.

La Psicologia del Desiderio
Da un punto di vista psicologico, il film solleva interrogativi interessanti sulla natura del desiderio. È un bisogno fondamentale, una pulsione innata che ci spinge a cercare la felicità e la gratificazione? Oppure è una forza distruttiva che può portarci a compiere scelte sbagliate?

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La Scienza del Bene e del Male
La dicotomia tra bene e male è un tema ricorrente nella storia del pensiero umano. La neuroetica, una disciplina che studia le basi neurali della moralità, ci offre strumenti per comprendere come il cervello elabora le informazioni morali e come prendiamo decisioni etiche.

Una Storia da Riflettere
“Dear Santa” ci invita a riflettere sul potere dei desideri, sulle conseguenze delle nostre azioni e sulla complessità della natura umana. È una storia che ci ricorda che anche i desideri più innocenti possono portare a risultati inaspettati e che è importante mantenere un equilibrio tra le nostre aspirazioni e i valori morali.


Riferimenti Bibliografici
* Pinker, S. (2002). The Blank Slate: The Modern Denial of Human Nature. Viking.
* Damasio, A. (1994). Descartes’ Error: Emotion, Reason, and the Human Brain. Penguin Books.
* Haidt, J. (2012). The Righteous Mind: Why Good People Are Divided by Politics and Religion. Pantheon Books.



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Capodanno: tra speranze e paure, il peso del futuro

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Introduzione

Il Capodanno, oltre ad essere un momento di festa e convivialità, rappresenta un importante spartiacque temporale che invita alla riflessione. È un momento in cui ci proiettiamo nel futuro, formulando buoni propositi e immaginando nuove possibilità. Tuttavia, per molti, questo passaggio è accompagnato da un senso di ansia e incertezza. La paura dell’ignoto, la resistenza al cambiamento e le aspettative sociali si intrecciano, generando un cocktail emotivo complesso.

Il peso delle aspettative

I social media, con le loro rappresentazioni idealizzate della felicità, amplificano il senso di inadeguatezza. Confrontiamo costantemente la nostra vita con quella degli altri, alimentando l’illusione che tutti gli altri stiano vivendo un momento di svolta. Questa pressione sociale può generare ansia e frustrazione, soprattutto se non riusciamo a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.

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La resistenza al cambiamento

Il cambiamento, anche quando è desiderato, può essere fonte di disagio. La nostra mente è naturalmente portata a preferire la routine e la familiarità. Abbandonare la zona di comfort richiede uno sforzo considerevole e può suscitare paura dell’ignoto.

La paura del futuro

La paura del futuro è un’emozione universale, radicata nella nostra natura. L’incertezza e l’imprevedibilità degli eventi futuri possono generare ansia e preoccupazione.

Due storie

Storia 1: “Il veglione di Eva”

Eva, una donna sulla quarantina, si prepara per il veglione di Capodanno. Mentre si trucca, i suoi pensieri vagano tra i ricordi del passato e le ansie per il futuro. Si sente insoddisfatta della sua vita e teme di non riuscire a realizzare i suoi sogni.

Storia 2: “Il nuovo anno di Matteo”

Matteo è un giovane ambizioso, ma anche molto insicuro. Il nuovo anno si avvicina e lui sente una grande pressione a raggiungere tutti i suoi obiettivi. Si chiede se sarà mai abbastanza bravo e se riuscirà a realizzare tutto ciò che si è prefissato.

Cerca supporto: Parlare con un amico, un familiare o un terapeuta può essere molto utile.

Conclusione

Il Capodanno può essere un’opportunità per riflettere su noi stessi e sui nostri desideri, ma non dobbiamo dimenticare che la felicità non si trova in un futuro lontano, ma nel presente.

Riferimenti bibliografici:

  • Seligman, M. E. P. (2011). La via della felicità autentica. Milano: Mondadori.
  • Csikszentmihalyi, M. (1990). Flow: The psychology of optimal experience. Harper & Row.
  • Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and the emotional disorders. New York: International Universities Press.

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Approfondimento del concetto di “Patto Patriarcale” attraverso alcuni casi concreti che ne illustrano le dinamiche e le conseguenze.

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Casi storici e letterari:
Antigone: Nella tragedia di Sofocle, Antigone sfida le leggi di Creonte, rappresentanti del potere maschile, per seppellire il fratello, violando così l’ordine patriarcale. La sua tragica fine sottolinea il costo dell’autonomia femminile.
Jane Eyre: Il romanzo di Charlotte Brontë racconta la storia di una giovane donna che, pur costretta a sottomettersi a diverse figure maschili, riesce a trovare la propria indipendenza economica e affettiva.
Le streghe: Nella storia, molte donne accusate di stregoneria erano in realtà donne indipendenti, guaritrici o semplici eredi di tradizioni femminili che sfidavano l’ordine patriarcale.
Le suffragette: Il movimento delle suffragette ha combattuto per il diritto di voto femminile, scontrandosi con una società profondamente patriarcale che relegava le donne a un ruolo subordinato.

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Casi contemporanei:
Microaggressioni: Le microaggressioni di genere, come i commenti sessisti o le battute sulle capacità delle donne, sono forme subdole di violenza psicologica che perpetuano il Patto Patriarcale.
Divario salariale: Nonostante le conquiste delle donne nel mondo del lavoro, persiste ancora un significativo divario salariale tra uomini e donne, a parità di mansione e qualifiche.
Violenza domestica: La violenza domestica è una delle manifestazioni più gravi del Patto Patriarcale, in cui gli uomini esercitano il loro potere sulle donne attraverso la paura e il controllo.
Rappresentazione mediatica: I media spesso perpetuano stereotipi di genere, rappresentando le donne in ruoli subordinati o oggettificati.

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Il Patto Patriarcale nella vita quotidiana:
Educazione: Le bambine e i bambini fin dalla tenera età vengono socializzati a ruoli di genere diversi, con aspettative differenti in termini di comportamenti, interessi e ambizioni.
Lavoro: Le donne spesso si trovano a dover conciliare lavoro e famiglia, mentre gli uomini sono ancora considerati i principali responsabili del sostentamento economico.
Relazioni affettive: Nelle relazioni di coppia, il Patto Patriarcale può manifestarsi attraverso dinamiche di potere disequilibrate, in cui l’uomo assume un ruolo dominante.
Come de-costruire il Patto Patriarcale:
Consapevolezza: Il primo passo è riconoscere l’esistenza del Patto Patriarcale e le sue manifestazioni nella nostra vita quotidiana.
Educazione: È fondamentale educare le nuove generazioni a una visione paritaria dei generi, sfidando gli stereotipi e promuovendo l’uguaglianza.
Linguaggio: Utilizzare un linguaggio inclusivo e non sessista è un modo per contribuire a de-costruire le disuguaglianze di genere.
Politiche pubbliche: Sono necessarie politiche pubbliche che promuovano l’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della vita.
Sostegno reciproco: Creare reti di sostegno tra donne è fondamentale per superare l’isolamento e rafforzare la propria voce.

Riflessioni finali:
Il Patto Patriarcale è un fenomeno complesso e radicato nella nostra società, ma non è immutabile. Attraverso la consapevolezza, l’impegno e l’azione collettiva, possiamo contribuire a de-costruirlo e costruire un futuro più equo e giusto per tutte e tutti.

Riferimenti bibliografici:
* Sali, A. (2023). Il Patto Patriarcale. Donna, Madonna e Venere. Edizioni Mediterranee.
* Brown, L. (2010). Donne che amano troppo. Newton Compton Editori.
* Gilbert, L. (1976). Il femminismo di ieri e di oggi. Einaudi.

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Il Patto Patriarcale: radici psicologiche e tracce narrative

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Il concetto di “Patto Patriarcale”, introdotto da Alba Sali, offre una lente interpretativa potente per comprendere le dinamiche di genere e le disuguaglianze che persistono nelle nostre società. Questo accordo implicito, trasmesso trans generazionalmente, vede le donne assumersi un ruolo di sottomissione, spesso inconsapevolmente, all’interno delle strutture patriarcali.

Radici psicologiche
Da un punto di vista psicologico, il Patto Patriarcale si intreccia con concetti quali:
Schemi cognitivi: Le donne, sin dalla tenera età, interiorizzano schemi mentali che definiscono i ruoli di genere e le aspettative sociali. Questi schemi, spesso rigidi e limitanti, influenzano le loro scelte, le loro aspirazioni e le loro relazioni.
Meccanismi di difesa: Per far fronte a un ambiente sociale che privilegia il maschile, le donne possono sviluppare meccanismi di difesa come la negazione, la razionalizzazione o la subordinazione.
Attaccamento: Le esperienze di attaccamento nella prima infanzia possono influenzare la capacità di stabilire relazioni sane e paritarie in età adulta. Un attaccamento insicuro può portare le donne a cercare approvazione e a sottovalutare i propri bisogni.

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Tracce narrative
La letteratura, in tutte le sue forme, è un terreno fertile per esplorare le dinamiche del Patto Patriarcale. Personaggi femminili storici e letterari, da Antigone a Jane Eyre, incarnano spesso la lotta contro le imposizioni patriarcali.

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Una storia
Maria è una giovane professionista di successo. Esternamente, la sua vita sembra perfetta: un lavoro stimato, un partner amorevole. Eppure, dentro di sé, prova un senso di insoddisfazione profondo. Da bambina, aveva sognato di diventare un’astronauta, ma le era stato ripetutamente detto che “le ragazze non fanno gli astronauti”. Crescendo, ha interiorizzato questa limitazione, rinunciando ai propri sogni per conformarsi alle aspettative sociali. Nel suo rapporto di coppia, si ritrova spesso a mettere da parte i propri bisogni per accontentare il partner. Maria è un esempio di come il Patto Patriarcale possa operare a livello inconscio, limitando le potenzialità delle donne.

Riflessioni e prospettive future
Comprendere il Patto Patriarcale è il primo passo verso la sua de-costruzione. Attraverso la consapevolezza, l’educazione e l’empowerment, le donne possono liberarsi da questi schemi limitanti e costruire relazioni più eque e soddisfacenti.

Riferimenti bibliografici:
* Sali, A. (2023). Il Patto Patriarcale. Donna, Madonna e Venere. Edizioni Mediterranee.
* Brown, L. (2010). Donne che amano troppo. Newton Compton Editori.
* Gilbert, L. (1976). Il femminismo di ieri e di oggi. Einaudi.

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Rubrica AIPC suggerisce

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Rubrica AIPC suggerisce

La rubrica indicherà, indipendentemente e senza scopo di lucro, serie TV, film, podcast, libri, riviste e articoli che i professionisti volontari dell’A.I.P.C. considereranno particolarmente interessanti per i temi affrontati. Questa settimana vi suggeriamo la lettura del libro Maledette Feste

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Il Natale silenzioso

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Ultima delle Storie dell’Avvento: Un viaggio psicologico nei vissuti di Natale. Il Natale, festa universalmente riconosciuta, è spesso associato a gioia, famiglia e doni. Tuttavia, al di là della superficie scintillante, le festività natalizie celano una complessità di emozioni e significati che
possono variare notevolmente da persona a persona. Le “Storie dell’Avvento – Natale 2024” che presentiamo offrono un’opportunità unica per esplorare le profondità psicologiche legate al Natale,
svelando come questa festività possa evocare una vasta gamma di sentimenti, dai più gioiosi ai più dolorosi. Attraverso otto narrazioni distinte, ci addentreremo nell’universo emotivo di personaggi che affrontano sfide personali legate al Natale. Dalle pressioni sociali e familiari alle perdite e ai traumi, queste storie ci invitano a riflettere su come le esperienze individuali modellano la nostra percezione delle festività.

Il Natale Silenzioso
In una piccola cittadina di montagna, viveva una famiglia numerosa. Ogni Natale, la casa si animava di risate, canti e profumi di dolci. Ma dietro questa facciata di felicità, si nascondeva un segreto oscuro: la
madre soffriva di depressione.
Durante le festività, la depressione della madre si aggravava, gettando un’ombra sulla gioia del Natale. La casa, un tempo piena di vita, diventava silenziosa e cupa. I figli, spaventati dalla sofferenza della madre,
cercavano di nascondere i propri sentimenti e di mantenere un’apparente serenità.

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Da adulti, i figli di quella famiglia hanno compreso l’impatto che la malattia della madre aveva avuto sulle loro vite. Hanno imparato a gestire le proprie emozioni e a cercare il supporto di cui avevano bisogno. Il
Natale, un tempo associato alla tristezza, è diventato un’occasione per ricordare la madre con affetto e per celebrare la vita.

Dal 2 dicembre ti regaliamo due nuove storie natalizie ogni settimana fino a Natale. Se per te le feste sono un periodo difficile, il nostro sportello di ascolto è qui per te. Chiamaci tutti i giorni dalle 12:00 alle 16:00.
Offriamo anche training online per aiutarti a vivere questo periodo con più serenità.” Il Natale non è sempre un periodo felice per tutti. Se stai vivendo un momento difficile e i traumi del passato si riaffacciano, non sei solo. L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia offre un supporto specializzato per superare le difficoltà emotive legate al Natale. I nostri esperti ti aiuteranno a elaborare il dolore, a gestire l’ansia e a ritrovare il benessere. Contattaci: aipcitalia@gmail.com +393924401930 (dalle 12:00 alle 16:00).

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