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La Sfida Quotidiana: Genitori, Adolescenti e la Violenza*

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Essere genitori di adolescenti è un’esperienza complessa e sfidante. Durante questa fase della vita, i ragazzi attraversano profonde trasformazioni fisiche, emotive e sociali, che possono sfociare in comportamenti difficili da gestire. Quando questi comportamenti sfociano in violenza, la situazione diventa ancora più critica.

La Testimonianza di un Genitore

“Non avrei mai immaginato di dover affrontare una situazione del genere. Mio figlio, un ragazzo che fino a poco tempo fa era il mio orgoglio, ha iniziato a trasformarsi. Le porte sbattute, le urla, le minacce sono diventate parte della nostra quotidianità. Ho provato a parlargli, a farlo ragionare, ma è come se non mi sentisse più. La sua rabbia è come un muro che mi impedisce di raggiungerlo. Ho paura per lui, ma anche per me e per il resto della famiglia. Ogni sera vado a letto con l’ansia che possa succedere qualcosa di grave. Partecipare a gruppi di sostegno mi ha fatto capire che non sono solo, ma il dolore è ancora troppo grande. Mi sento come se stessi affogando e non riesco a trovare una via d’uscita.”

CENTRO DI ASCOLTO ATTIVO TUTTI I GIORNI ANCHE DURANTE LE FESTIVITA’ NATALIZIE

Lo sportello di ascolto ed orientamento sul benessere individuale, relazionale e familiare dell’A.I.P.C. è dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere. Il numero unico A.I.P.C. è il 3924401930 attivo tutti i giorni festivi compresi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 e la e-mail è aipcitalia@gmail.com.

Le Cause alla Base della Violenza Giovanile
Le cause della violenza giovanile sono molteplici e complesse, e possono includere:
Fattori familiari: Problemi relazionali all’interno della famiglia, modelli genitoriali negativi, esperienze di violenza domestica.
Fattori sociali: Presenza di gruppi violenti, esposizione a contenuti violenti (media, videogiochi), difficoltà economiche.
Fattori individuali: Problemi di salute mentale, disturbi del comportamento, uso di sostanze.
L’Importanza dell’Intervento Psicologico
L’intervento di uno psicologo può essere fondamentale per aiutare sia i ragazzi che i genitori a gestire la situazione. La terapia può aiutare gli adolescenti a:
Comprendere e gestire le proprie emozioni: Attraverso tecniche di rilassamento, mindfulness e comunicazione assertiva.
Sviluppare abilità sociali: Imparare a risolvere i conflitti in modo non violento, a stabilire relazioni positive con gli altri.
Modificare i comportamenti problematici: Mettere in atto strategie per controllare l’impulsività e l’aggressività.

Il Ruolo dei Genitori
I genitori hanno un ruolo fondamentale nel percorso di crescita dei figli. Possono:
Cercare sostegno: Non vergognarsi di chiedere aiuto a professionisti, amici o altri genitori.
Comunicare in modo efficace: Stabilire un dialogo aperto e sincero con i figli, ascoltandoli attivamente e mostrando empatia.
Stabilire regole chiare e coerenti: Creare un ambiente familiare sicuro e strutturato.
Essere un modello positivo: Mostrare ai figli come gestire le emozioni in modo sano e non violento.

Trigger emotivi nei genitori:
Quando un genitore si trova di fronte alla violenza, sia essa perpetrata o subita dal proprio figlio adolescente, può sperimentare un’ampia gamma di emozioni intense e spesso contraddittorie. Questi sentimenti possono agire come veri e propri “trigger” emotivi, innescando reazioni profonde e talvolta difficili da gestire.
La paura per la sicurezza fisica e psicologica del figlio è una reazione immediata e comprensibile.
La rabbia può essere diretta verso il figlio violento, verso la vittima (se diversa dal figlio), verso se stessi per non aver saputo prevenire la situazione o verso chi ha causato il danno.
I genitori possono provare un profondo senso di colpa, chiedendosi se abbiano fatto tutto il possibile per proteggere il figlio o se abbiano in qualche modo contribuito alla situazione.
La vergogna può essere legata al comportamento violento del figlio, ma anche alla difficoltà nel gestire la situazione e chiedere aiuto.
La sensazione di impotenza di fronte alla violenza può essere paralizzante e generare frustrazione.
La tristezza è una reazione naturale alla sofferenza del figlio e alla consapevolezza che il rapporto familiare è stato profondamente ferito.

La Prevenzione della Violenza Giovanile
Prevenire la violenza giovanile è un obiettivo complesso che richiede un impegno a livello individuale, familiare, scolastico e sociale. Alcune strategie preventive includono:
Programmi educativi: Sviluppare programmi nelle scuole che promuovano l’educazione alla cittadinanza, alla non violenza e al rispetto reciproco.
Attività extrascolastiche: Offrire ai ragazzi opportunità di partecipare ad attività sportive, culturali e sociali.
Collaborazione tra istituzioni: Favorire la collaborazione tra scuola, famiglia, servizi sociali e forze dell’ordine.

*Il testo integrale sarà incluso nel volume ‘Sedie Bianche’, edito da AIPC Editore a Roma nel 2024.

DONACI IL 5×1000. Nella dichiarazione dei redditi inserisci il nostro Codice Fiscale: 97238660589

Mazzon, I. (2023). Essere genitori di un adolescente: una guida pratica. [Verifica la disponibilità di eventuali edizioni più recenti]

AA.VV. (2024). Profili di adolescenti che abusano dei genitori: un’analisi in prospettiva di genere. Formazione Continua Violenza. AIPC Editore, Roma.

AA.VV. (2024). Sedie Bianche (in stampa), AIPC Editore, Roma.

AIPC Editore © 2024. Riproduzione Riservata.

L’Ombra del Passato

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Quarta delle Storie dell’Avvento: Un viaggio psicologico nei vissuti di Natale.

Il Natale, festa universalmente riconosciuta, è spesso associato a gioia, famiglia e doni. Tuttavia, al di là della superficie scintillante, le festività natalizie celano una complessità di emozioni e significati che possono variare notevolmente da persona a persona. Le “Storie dell’Avvento – Natale 2024” che presentiamo offrono un’opportunità unica per esplorare le profondità psicologiche legate al Natale, svelando come questa festività possa evocare una vasta gamma di sentimenti, dai più gioiosi ai più dolorosi.

Attraverso otto narrazioni distinte, ci addentreremo nell’universo emotivo di personaggi che affrontano sfide personali legate al Natale. Dalle pressioni sociali e familiari alle perdite e ai traumi, queste storie ci invitano a riflettere su come le esperienze individuali modellano la nostra percezione delle festività.

L’Ombra del Passato

Il Natale, per Marta, è diventato un periodo di grande angoscia e paura. Dietro l’apparente serenità delle festività, si nasconde un oscuro segreto che la perseguita da anni.

Durante la sua infanzia, Marta è stata vittima di abusi sessuali da parte di un familiare. Il Natale, un periodo tradizionalmente associato all’infanzia e alla famiglia, è diventato un trigger per questi ricordi dolorosi. Ogni anno, durante le festività, Marta rivive le sensazioni di paura, vergogna e impotenza provate durante gli abusi. Questo trauma ha profondamente segnato la sua vita, generando difficoltà nelle relazioni interpersonali e una profonda sfiducia negli altri.

L’equipe di professionisti volontari dell’AIPC, ha strutturato il sondaggio “Dietro le feste di Natale” per le persone con età compresa tra i 18 anni ei 30 anni. Se sei residente in Italia, partecipa a questo breve sondaggio che ti ruberà solo qualche minuto. Il sondaggio è in forma anonima, sarà garantita la sua privacy e i dati saranno utilizzati a solo scopo di ricerca. Per partecipare è sufficiente cliccare sul link e rispondere alle domande:  https://qualtricsxmq63h3w4zr.pdx1.qualtrics.com/jfe/preview/previewId/64afc058-655a-4442-ab98-43803df20d39/SV_5yCyCxku006Nba6?Q_CHL=preview&Q_SurveyVersionID=current

“Grazie per aver accettato di condividere la tua storia con Noi”.

Per guarire dalle ferite del passato, Marta ha bisogno di un supporto psicologico specializzato. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a elaborare il trauma, a riconquistare il controllo della sua vita e a ricostruire relazioni sane e significative. È fondamentale che Marta si senta sicura e sostenuta durante questo processo, e che trovi un ambiente in cui possa esprimere liberamente le sue emozioni.

Dal 2 dicembre ti regaliamo due nuove storie natalizie ogni settimana fino a Natale. Se per te le feste sono un periodo difficile, il nostro sportello di ascolto è qui per te. Chiamaci tutti i giorni dalle 12:00 alle 16:00. Offriamo anche training online per aiutarti a vivere questo periodo con più serenità.”

Il Natale non è sempre un periodo felice per tutti. Se stai vivendo un momento difficile e i traumi del passato si riaffacciano, non sei solo. L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia offre un supporto specializzato per superare le difficoltà emotive legate al Natale. I nostri esperti ti aiuteranno a elaborare il dolore, a gestire l’ansia e a ritrovare il benessere. Contattaci: aipcitalia@gmail.com +393924401930 (dalle 12:00 alle 16:00).

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Le Origini della Violenza: Un’Esplorazione Approfondita

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La violenza è un fenomeno complesso e multifattoriale, le cui radici affondano in profondità nella storia dell’umanità e nei meccanismi biologici e sociali.

Radici Biologiche
Evoluzione e Aggressività: Alcuni sostengono che l’aggressività sia inscritta nei nostri geni, un retaggio evolutivo che ci ha permesso di sopravvivere e riprodurci. Tuttavia, questa visione è stata ampiamente dibattuta e rifinita. L’aggressività, in realtà, è un comportamento adattivo che può manifestarsi in diverse forme, non necessariamente distruttive.
Neurotrasmettitori e Ormoni: Neurotrasmettitori come la serotonina e ormoni come il testosterone sono stati associati all’aggressività. Tuttavia, la relazione è complessa e influenzata da numerosi altri fattori.
Strutture Cerebrali: Alcune aree del cervello, come l’amigdala, sono coinvolte nella regolazione delle emozioni, inclusa l’aggressività. Danni o disfunzioni in queste aree possono aumentare la probabilità di comportamenti violenti.

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Fattori Sociali e Culturali
Disuguaglianza e Ingiustizia: La disuguaglianza sociale, la povertà e l’ingiustizia sono fattori che possono aumentare la probabilità di conflitti e violenza. Quando le persone si sentono private delle loro opportunità o dei loro diritti, possono reagire con rabbia e aggressività.
Cultura della Violenza: La cultura può normalizzare o glorificare la violenza, rendendola più probabile. I media, i videogiochi violenti e la violenza domestica possono contribuire a creare un ambiente in cui la violenza è percepita come un’opzione accettabile per risolvere i conflitti.
Gruppi e Identità: L’appartenenza a gruppi sociali e l’identificazione con una particolare identità possono portare alla violenza quando i gruppi entrano in conflitto per risorse o status.

Fattori Psicologici
Frustrazione e Aggressività: La teoria della frustrazione-aggressività suggerisce che la frustrazione, ovvero l’impedimento al raggiungimento di un obiettivo, può portare all’aggressività.
Apprendimento Sociale: Gli individui apprendono comportamenti violenti osservando gli altri. Famiglie violente, modelli di ruolo aggressivi e l’esposizione alla violenza nei media possono contribuire all’apprendimento di comportamenti violenti.
Disturbi Mentali: Alcuni disturbi mentali, come il disturbo antisociale di personalità, sono associati a un aumentato rischio di comportamenti violenti.

DONACI IL 5×1000. Nella dichiarazione dei redditi inserisci il nostro Codice Fiscale: 97238660589


È importante sottolineare che la violenza è un fenomeno multifattoriale e che non esiste una singola causa. Le interazioni tra fattori biologici, sociali, culturali e psicologici giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo di comportamenti violenti.

Riferimenti bibliografici

Robert M. Sapolsky, Biologia del bene e del male. Come la scienza spiega il meglio e il peggio del comportamento umano. ROY Edizioni, 2024

AIPC Editore © 2024. Riproduzione Riservata.

“Biologia del bene e del male”: Un’esplorazione multidisciplinare della natura umana

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Sapolsky, un rinomato neuroendocrinologo e primatologo, ci invita in un affascinante viaggio attraverso le complessità del comportamento umano. Il suo obiettivo è ambizioso: comprendere le radici biologiche del bene e del male, sfidando la dicotomia semplicistica tra natura e cultura.

Le basi biologiche del comportamento
Il cervello, un organo sociale: Sapolsky sottolinea come il nostro cervello si sia evoluto in un contesto sociale, plasmato dalle interazioni con gli altri. Le nostre emozioni, i nostri giudizi morali e persino la nostra capacità di empatizzare sono profondamente radicati nella biologia del nostro cervello.
L’impatto degli ormoni: Gli ormoni, come il testosterone e l’ossitocina, svolgono un ruolo cruciale nel modulare il nostro comportamento sociale. Tuttavia, Sapolsky ci avverte contro le semplificazioni eccessive, sottolineando che l’influenza degli ormoni è complessa e dipende da numerosi fattori.
I geni e l’ambiente: Il dibattito natura-cultura è superato. Sapolsky dimostra come geni e ambiente interagiscono in modo dinamico, plasmando chi siamo. I nostri geni forniscono un quadro generale, ma sono le esperienze di vita a dipingere i dettagli.

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Le sfumature del bene e del male
Il contesto è tutto: Le nostre azioni non sono determinate esclusivamente dalla nostra natura biologica, ma anche dal contesto sociale e culturale in cui viviamo. Sapolsky ci mostra come situazioni apparentemente banali possono scatenare comportamenti estremi, sia di altruismo che di violenza.
La violenza: un fenomeno complesso: L’autore analizza le cause biologiche e sociali della violenza, dalla guerra ai crimini individuali. Sottolinea come la violenza sia spesso il risultato di una combinazione di fattori, tra cui la disuguaglianza, la competizione per le risorse e le dinamiche di gruppo.
L’altruismo: un istinto profondo: Sapolsky dedica ampio spazio all’altruismo, dimostrando come la cooperazione e l’empatia siano inscritte nel nostro DNA. L’amore materno, l’amicizia e l’altruismo verso gli estranei sono tutti esempi di comportamenti prosociali che hanno un fondamento biologico.

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Le implicazioni per la società
La necessità di un approccio multidisciplinare: Per comprendere appieno la complessità del comportamento umano è necessario integrare conoscenze provenienti da diverse discipline, dalla biologia alla sociologia, dalla psicologia all’antropologia.
Le sfide e le opportunità: Sapolsky ci invita a riflettere sulle implicazioni delle sue scoperte per la società. La comprensione delle basi biologiche del comportamento può aiutarci a sviluppare politiche più efficaci per prevenire la violenza, promuovere la cooperazione e costruire società più eque e giuste.

In conclusione, “Biologia del bene e del male” è un’opera fondamentale per chiunque sia interessato a comprendere la natura umana. Sapolsky ci offre una visione affascinante e complessa del nostro comportamento, sfidandoci a riconsiderare le nostre idee preconcette sul bene e sul male.

Riferimenti bibliografici

Robert M. Sapolsky, Biologia del bene e del male. Come la scienza spiega il meglio e il peggio del comportamento umano. ROY Edizioni, 2024

AIPC Editore © 2024. Riproduzione Riservata.

Pillole dedicate alla Psicologia e alle Neuroscienze a cura dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

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I video sono stati realizzati dai dottori e dottoresse in Psicologia che stanno svolgendo il tirocinio presso l’A.I.P.C. La pillola di oggi è dedicata alla Rubrica Delitti Familiari della settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024. Info 3924401930.

Iscriviti al canale A.I.P.C. su WhatsApp: https://whatsapp.com/channel/0029VafqA3L6RGJBjFjFql3y

Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C. https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w

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Link YOU TUBE: https://youtube.com/shorts/01jl8qNmtq8?feature=share

Il Natale Silenzioso. Terza storia delle Storie dell’Avvento: Un viaggio psicologico nei vissuti di Natale. È possibile leggerla cliccando sul link: https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/12/09/il-natale-silenzioso/

È possibile leggere tutte le storie cliccando sul link: www.formazionecontinuaviolenza.it

E-book AIPC Rubrica Delitti Familiari settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024. È possibile sfogliare gratuitamente l’ebook cliccando sul link: https://flipbookpdf.net/web/site/0991b111982e7200ed85ff95396058504dc8b046202412.pdf.html

Podcast AIPC Rubrica Delitti Familiari settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024.  È possibile ascoltare gratuitamente il podcast cliccando sul link: https://www.formazionecontinuaviolenza.it/2024/12/09/podcast-aipc-rubrica-delitti-familiari-settimana-dal-28-novembre-al-04-dicembre-2024/

Pillole dedicate alla Psicologia e alle Neuroscienze: Rubrica Delitti familiari settimana Pillola AIPC dedicata alla Rubrica sui delitti familiari settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024. È possibile leggerlo cliccando sul link: https://www.centroitalianonarcisismo.it/2024/12/09/pillole-dedicate-alla-psicologia-e-alle-neuroscienze-a-cura-dellassociazione-italiana-di-psicologia-e-criminologia-22/


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Ebook AIPC “Rubrica Delitti Familiari settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024”.

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La rubrica Weekly riporta i casi della settimana e permette un monitoraggio ancora più costante, inoltre, è possibile correlare settimanalmente i casi di tutte le settimane dell’anno. La rubrica Delitti Familiari Weekly si aggiunge a quella mensile, trimestrale, semestrale e annuale. Info 3924401930.

Iscriviti al canale A.I.P.C. su WhatsApp: https://whatsapp.com/channel/0029VafqA3L6RGJBjFjFql3y

Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C. https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w

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Podcast AIPC Rubrica Delitti Familiari settimana dal 28 novembre al 04 dicembre 2024.  
È possibile ascoltare gratuitamente il podcast cliccando sul link:


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Il Natale Silenzioso

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Terza storia delle Storie dell’Avvento: Un viaggio psicologico nei vissuti di Natale.

Il Natale, festa universalmente riconosciuta, è spesso associato a gioia, famiglia e doni. Tuttavia, al di là della superficie scintillante, le festività natalizie celano una complessità di emozioni e significati che possono variare notevolmente da persona a persona. Le “Storie dell’Avvento – Natale 2024” che presentiamo offrono un’opportunità unica per esplorare le profondità psicologiche legate al Natale, svelando come questa festività possa evocare una vasta gamma di sentimenti, dai più gioiosi ai più dolorosi.

Attraverso otto narrazioni distinte, ci addentreremo nell’universo emotivo di personaggi che affrontano sfide personali legate al Natale. Dalle pressioni sociali e familiari alle perdite e ai traumi, queste storie ci invitano a riflettere su come le esperienze individuali modellano la nostra percezione delle festività.

Il Natale Silenzioso

Il Natale, per Giovanni, era sempre stato sinonimo di famiglia, risate e calore. Ma la separazione dei suoi genitori ha frantumato questa immagine idilliaca, lasciando un vuoto incolmabile nel suo cuore.

Dopo il divorzio, le festività natalizie hanno perso il loro significato per Giovanni. La casa, un tempo animata da risate e canti, è diventata silenziosa e vuota. Ogni Natale, Giovanni si ritrova a rivivere i bei momenti passati con la sua famiglia, provando un senso di nostalgia e di perdita. Questa profonda tristezza ha influenzato le sue relazioni interpersonali, rendendolo più introverso e diffidente.

L’equipe di professionisti volontari dell’AIPC, ha strutturato il sondaggio “Dietro le feste di Natale” per le persone con età compresa tra i 18 anni ei 30 anni. Se sei residente in Italia, partecipa a questo breve sondaggio che ti ruberà solo qualche minuto. Il sondaggio è in forma anonima, sarà garantita la sua privacy e i dati saranno utilizzati a solo scopo di ricerca. Per partecipare è sufficiente cliccare sul link e rispondere alle domande: https://qualtricsxmq63h3w4zr.pdx1.qualtrics.com/jfe/preview/previewId/64afc058-655a-4442-ab98-43803df20d39/SV_5yCyCxku006Nba6?Q_CHL=preview&Q_SurveyVersionID=current

“Grazie per aver accettato di condividere la tua storia con Noi”.

Per superare questo dolore, Giovanni potrebbe cercare di costruire nuove tradizioni e di creare nuovi ricordi positivi. Partecipare a gruppi di sostegno o attività di volontariato potrebbe aiutarlo a incontrare nuove persone e a sentirsi meno solo. Un percorso terapeutico potrebbe sostenerlo nell’elaborare il lutto e nel ritrovare un nuovo equilibrio.

Dal 2 dicembre ti regaliamo due nuove storie natalizie ogni settimana fino a Natale. Se per te le feste sono un periodo difficile, il nostro sportello di ascolto è qui per te. Chiamaci tutti i giorni dalle 12:00 alle 16:00. Offriamo anche training online per aiutarti a vivere questo periodo con più serenità.”

Il Natale non è sempre un periodo felice per tutti. Se stai vivendo un momento difficile e i traumi del passato si riaffacciano, non sei solo. L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia offre un supporto specializzato per superare le difficoltà emotive legate al Natale. I nostri esperti ti aiuteranno a elaborare il dolore, a gestire l’ansia e a ritrovare il benessere. Contattaci: aipcitalia@gmail.com +393924401930 (dalle 12:00 alle 16:00).

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Perché i testimoni della violenza non intervengono? Un’analisi psicologica

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Il fenomeno dell’inerzia dei testimoni di fronte a situazioni di emergenza, come atti di violenza, è stato ampiamente studiato dalla psicologia sociale. L’apparente paradosso di fronte al quale ci si trova, ovvero l’assenza di intervento da parte di numerosi spettatori, trova spiegazione in un complesso intreccio di fattori psicologici, sociali e situazionali.

L’effetto spettatore: un fenomeno complesso

Il concetto chiave per comprendere tale fenomeno è quello di “effetto spettatore” (o “bystander effect”), introdotto da Darley e Latané (1968). Esso descrive la tendenza degli individui a essere meno propensi a intervenire in una situazione di emergenza quando sono presenti altri testimoni.

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Fattori che influenzano l’intervento:

  • Diffusione della responsabilità: La presenza di altri individui induce nei testimoni la percezione che la responsabilità di intervenire sia distribuita tra tutti, attenuando il senso di urgenza e responsabilità individuale.
  • Inibizione sociale: La paura di essere giudicati negativamente dagli altri o di compiere azioni inappropriate può inibire l’intervento.
  • Interpretazione della situazione: L’ambiguità della situazione, la valutazione dei potenziali rischi e la percezione della gravità dell’evento influenzano la decisione di intervenire.
  • Competenza percepita: La convinzione di non essere in grado di affrontare efficacemente la situazione può dissuadere dall’intervenire.
  • Costo-beneficio: Gli individui tendono a valutare i costi (rischio fisico, sociale, emotivo) e i benefici (aiutare qualcuno, evitare un senso di colpa) associati all’intervento.

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Meccanismi psicologici sottostanti:

  • Paura: La paura di essere aggrediti, di subire danni fisici o psicologici è un potente inibitore dell’azione.
  • Shock: L’impatto emotivo di una situazione violenta può paralizzare e impedire di reagire in modo razionale.
  • Conformismo: La tendenza a conformarsi alle norme sociali e al comportamento degli altri può portare a non intervenire.

Fattori sociali e culturali:

  • Norme sociali: Le norme culturali che regolano l’interazione sociale influenzano la propensione a intervenire.
  • Relazione con la vittima: La conoscenza pregressa della vittima e la sua appartenenza al proprio gruppo sociale possono aumentare la probabilità di intervento.
  • Caratteristiche dell’ambiente: L’ambiente fisico e sociale in cui si verifica l’evento può facilitare o inibire l’intervento.

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Lo sportello di ascolto ed orientamento sul benessere individuale e relazionale dell’A.I.P.C. è dedicato a tutte le persone senza distinzione di genere. Il numero unico A.I.P.C. è il 3924401930 attivo tutti i giorni festivi compresi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 e la e-mail è aipcitalia@gmail.com.

Implicazioni e interventi:

Comprendere i meccanismi psicologici alla base dell’effetto spettatore è fondamentale per sviluppare interventi efficaci per promuovere l’aiuto in situazioni di emergenza. Ad esempio, è possibile progettare campagne di sensibilizzazione che sottolineino l’importanza di intervenire e che forniscano indicazioni su come agire in sicurezza.

Riferimenti bibliografici:

  • Darley, J. M., & Latané, B. (1968). Bystander intervention in emergencies: Diffusion of responsibility. Journal of Personality and Social Psychology,1 8(4), 377-383.
  • Latané, B., & Darley, J. M. (1970). The unresponsive bystander: Why doesn’t he help?. New York: Appleton-Century-Crofts.

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La competizione in famiglia: quando l’amore incontra la rivalità

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La dinamica familiare è un complesso intreccio di legami affettivi, ruoli e aspettative. In contesti di nuove coppie con figli provenienti da precedenti relazioni, può emergere una forma particolare di competizione: quella tra il nuovo partner e il figlio dell’altro genitore.

Le radici della competizione
Gelosia e insicurezza: Il nuovo partner può provare gelosia per l’attenzione che il genitore dedica al figlio, percependolo come un rivale in amore.
Conflitti di ruolo: Il figlio, a sua volta, può sentirsi minacciato dalla nuova figura, temendo di perdere l’affetto del genitore o di vedere modificato il proprio ruolo all’interno della famiglia.
Confronti e aspettative: Spesso, si instaurano confronti tra il figlio e il nuovo partner, alimentando sensazioni di inadeguatezza o superiorità.
Paure e ansie: La paura del cambiamento e l’incertezza sul futuro possono intensificare la competitività.
Ombre del passato: Il comportamento del nuovo partner, nel dedicare tempo al lavoro o ad altre attività, può rievocare nel partner precedente ricordi di un genitore assente o poco presente, intensificando le dinamiche competitive.

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Le conseguenze
Disturbi relazionali: La competizione può danneggiare le relazioni all’interno della famiglia, creando tensioni e conflitti.
Problemi emotivi: I coinvolti possono sperimentare ansia, tristezza, rabbia e senso di solitudine.
Difficoltà di adattamento: L’adattamento alla nuova famiglia può risultare più complesso e faticoso.
Riattivazione di ferite emotive: Il confronto con il passato può riaprire vecchie ferite emotive legate alle figure genitoriali.

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Come affrontare la situazione
Comunicazione aperta: È fondamentale creare uno spazio di dialogo in cui ognuno possa esprimere le proprie emozioni e preoccupazioni.
Empatia: Cercare di comprendere il punto di vista dell’altro e validare le sue emozioni.
Collaborazione: Lavorare insieme per costruire una nuova famiglia, basata sulla collaborazione e il rispetto reciproco.
Supporto professionale: In caso di difficoltà, rivolgersi a un terapeuta familiare può essere utile per trovare strategie di risoluzione dei conflitti.
Elaborazione del passato: È importante affrontare e elaborare le proprie esperienze passate per non proiettare le proprie ferite sulla nuova relazione.

Bibliografia
Sarpato, A. (2023). Nuovi compagni di mamma e papà: come comportarsi? Annabell Sarpato.
Centro Interapia. (2023). Nuovi partner e figli: tra ostacoli e opportunità.
Santagostino Psiche. (2023). Come presentare il nuovo partner ai figli.

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