Trauma in the body. Part one: the function of emotions.
Abstract
Il trauma coinvolge tutto il corpo a partire dal cervello. In questo articolo vediamo brevemente come le esperienze avverse creino un danno alla funzione adattiva delle emozioni.
Abstract
Trauma involves the entire body starting with the brain. In this article we briefly look at how adverse experiences create damage to the adaptive function of emotions.
La funzione delle emozioni
L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia è un’organizzazione di volontariato (ODV), fondata a Roma nel 2001, che si occupa della prevenzione e del contrasto a ogni forma di violenza e di approfondire le conoscenze attuali sul trauma a livello psicobiologico.
Ognuno di noi è in grado di produrre una risposta alle avversità e allo stress che ne minacciano l’omeostasi. Stiamo parlando di una difesa rapida, aspecifica e generalizzata che coinvolge ogni aspetto del funzionamento cerebrale. Il cervello umano è dotato di tre sottosistemi di analisi dell’informazione, ciascuno con un proprio substrato anatomico e chimico.
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Il primo è il sistema del midollo allungato e dell’ipotalamo, responsabili principalmente della regolazione dell’omeostasi. Il secondo è il sistema limbico, responsabile della conservazione dell’equilibrio tra il mondo interno e la realtà esterna. L’ultimo sistema è quello della neocorteccia, responsabile dell’analisi e dell’interazione con il mondo esterno e dotato di una struttura principalmente determinata dagli stimoli ambientali. È interessante notare che il trauma va a influenzare tutti e tre i sistemi sopracitati che a loro volta controllano il funzionamento biologico dell’individuo, dalle funzioni vegetative fino al ciclo riproduttivo. La neocorteccia, in particolare, è orientata al mondo esterno e al problem solving, all’apprendimento, alla discriminazione di stimoli complessi e traduce gli stati soggettivi emotivi in linguaggio pronto per essere comunicato. Gli individui traumatizzati, in genere, mostrano diversi problemi nello svolgere queste funzioni, nel verbalizzare le emozioni e nel discernere tra le stesse.
Formazione continua sulla Violenza LIVE
Martedì 8 giugno alle ore 18:00 si terrà la prima diretta sulla pagina Facebook dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia dedicata ai “Delitti Familiari: cause, dinamiche e prevenzione”.
Il trauma crea una serie di cambiamenti bio-comportamentali a cascata che portano la persona a sviluppare sintomi intrusivi che, quando persistono, provocano un arousal cronicamente instabile. Il paziente, perseguitato dai ricordi dell’evento, in genere, cerca di compensare la propria iperreattività emotiva “spegnendosi” a livello comportamentale (Van der Kolk et al., 1996). Cerca, così, di evitare gli stimoli che richiamano il trauma e mostra un intorpidimento emozionale anche nelle attività quotidiane, alternato da un’iperarousal in risposta a stimoli trigger.
Le emozioni in un individuo sano hanno la funzione fondamentale di avvisare e allertarlo di prestare attenzione per agire, poi, in modo efficace.
La reattività psicologica cronica e l’incapacità collegata di regolare le reazioni autonomiche impediscono all’individuo traumatizzato di utilizzare le emozioni come segnali (Krystal, 1978). La persona finisce per passare dallo stimolo, interno o esterno, alla risposta senza sviluppare una reazione di attacco/fuga, rimanendo immobilizzato o reagendo esageratamente. La diminuzione della reattività fisiologica agli stimoli emotigeni nel tempo è, in genere, in segno che la terapia, di qualsiasi tipo essa sia, sta funzionando.
Qui è possibile ascoltare i podcast di Formazione Continua Violenza sul canale Spotify dell’A.I.P.C. https://open.spotify.com/show/3CWpZW8pFqFexLfg1CiOWQ?si=oNN7YmmLQMq0crAEVeYH-w
Kolb (1987) ha per primo pensato che la stimolazione emotiva eccessiva, provocata dal trauma, nel sistema nervoso centrale origini dei mutamenti neuronali. Questi mutamenti porterebbero, quindi, ad una interpretazione erronea degli stimoli innocui che verrebbero percepiti come fonte di minaccia e pericolo. Riassumendo, questo vuol dire che gli individui traumatizzati non riescono a neutralizzare gli stimoli ambientali al fine di prendere parte alle attività quotidiane rilevanti. Tendono quindi a compensare queste emozioni eccessive spegnendosi. Il costo di questo spegnimento emotivo è la diminuzione del coinvolgimento nella vita quotidiana e in quella affettiva.
Se credi di aver vissuto uno o più traumi e di vivere relazioni disfunzionali puoi richiedere una consulenza o un orientamento gratuito:
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Bibliografia
Kolb L.C., 1987, Neurophysiological hypothesis explaining post-traumatic stress disorder. Am J Psychiatry; 144: 989-99.
Krystal H., 1988-93, Affetto, trauma, alessitimia, Ma.Gi., Roma, 2007.
Van der Kolk, B.A., Mc Farlane, A.C., Weisaeth, L. – a cura -, 1996, Stress traumatico. Gli effetti sulla mente, sul corpo e sulla società delle esperienze intollerabili, Ma.Gi., Roma, 2004.
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